Lo sguardo è puntato sul set, sulla scena che si sta girando. Ma non è l’occhio del regista: c’è un altro sguardo – altrettanto creativo – che racconta la stessa inquadratura attraverso un diverso punto di vista. Il fotografo di scena è un silenzioso testimone, il primo interprete di un film che sta nascendo sul momento. E così nel suo guardare discreto e riservato, spesso, emergono storie, emozioni, dettagli nascosti dietro il film, dietro i volti della troupe. Umberto Montiroli è uno dei maestri della vecchia guardia, ha lavorato con grandi registi, soprattutto è stato ed è il fotografo di scena di tutti i film di Paolo è Vittorio Taviani, a partire da Padre padrone. Osservando le foto di quel set de lontano 1977 il film si arricchisce di altri significati, al di la della documentazione, della memoria: si rivive l’atmosfera delle riprese negli sguardi innocenti e spontanei dei bambini nell’aula scolastica, si indovinano i sentimenti di spaesamento è paura nel volto di Gavino piccolo isolato nell’ovile, risaltano i simbolici gesti di imposizione è ribellione tra padre padrone è figlio, si ritrova l’asprezza di una Sardegna di terra è di pietra. E soprattutto “parlano” i fuori scena con i fratelli Taviani al lavoro, la posizione della macchina da presa, la possibilità di capire in quali angoli il film è stato girato. Nelle foto di Montiroli, nella sua règia fotografica, si ritrova l’anima segreta di Padre padrone